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IL CALCIO DI QUALITA’ SUI 13° EST

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caressaInnovazione tecnologica significa innovazione linguistica. E’ il caso di Sky Sport 24 HD che in questi anni ha introdotto diverse novità, basate sull’alta definizione, diventate ormai prassi comune per utenti e giornalisti. Il futuro del canale? Ne abbiamo parlato con il direttore, Fabio Caressa.

Partiamo dal bilancio. Come è andata?

“E’ facile lavorare quando gli altri che sono venuti prima di te hanno lavorato talmente bene lasciandoti una macchina praticamente perfetta. Noi abbiamo cercato di fare qualche piccolo cambiamento introducendo delle variazioni di ritmo all’interno del flusso informativo. Quindi un palinsesto con delle ore un po’ più di ‘talk’, con rubriche, e delle mezz’ore con dei telegiornali più serrati. Una soluzione che secondo me aiuta. E gli ascolti alla fine hanno pagato”.

Cosa vedi nel futuro?

“Dopo Codice Rosso vorremmo continuare a lavorare sul linguaggio delle inchieste. A noi interessano le opinioni ma ancora di più le opinioni suffragate dai fatti. E questo lo facciamo anche nel telegiornale: cerchiamo di analizzare le situazioni senza punti di vista preconcetti ma a partire dai dati di fatto e dai numeri. Quindi la nostra è una direzione molto anglosassone, fondata sulla preparazione e l’analisi”.

A proposito di Codice Rosso, quale sarà la sua evoluzione?

“Abbiamo fatto quattro puntate sulla situazione del calcio in negativo. Ci sarà una puntata speciale il primo novembre dedicata alla moviola in campo”.

Come è cambiata la figura del commentatore?

“La figura è cambiata con Beppe Bergomi. Lui è stato il primo a tramutare quello che era un passatempo per allenatori disoccupati in un vero e proprio lavoro. E’ una professione che ormai ha acquistato la sua forza e che richiede grande competenza: si tratta di analisti in piena regola che si preparano sui dati come se fossero dei giornalisti”.

C’è qualche aneddoto relativo al tuo storico rapporto con Bergomi?

“Oramai siamo una coppia di fatto! Siamo fratelli. Capita di stare assieme anche 40 giorni, come è successo ai Mondiali. E gli aneddoti sono aneddoti di vita comune. Quello che mi piace raccontare è che abbiamo sempre lo stesso rito. Dal ‘99, da quando abbiamo iniziato, continuiamo a fare le stesse cose prima della partita: ci diamo la mano, ci abbracciamo e ci facciamo il segno della Croce”.

Tra le innovazione c’è anche la lavagna tattica: dove porterà questo artificio?

“E’ un artificio che si muove verso la virtualizzazione dell’immagine e che renderà sempre più possibile vedere il reale punto di vista dei protagonisti in campo. Dopo il Mondiale, noi stiamo continuando a sperimentare il fatto di permettere ai nostri talent di entrare addirittura nel campo e di interagire con i giocatori”.

Parliamo dell’HD: ormai è la parola d’ordine. Tu cosa ne pensi?

“L’HD ha rivoluzionato il modo di vedere il calcio in TV e rivoluzionerà ancora il modo di lavorare sul calcio. Parlo di rivoluzione perché televisori più grandi e immagini più nitide permettono una riconoscibilità del giocatore più immediata rispetto alle abitudini che avevamo prima”.

E questo cosa comporta per voi addetti ai lavori?

“Che anche il telecronista, invece di andare sul dopo, cioè sul dire chi ha preso il pallone, deve cercare e di andare sul prima facendo capire alle persone a casa lo sviluppo possibile del gioco. Perché quello che manca a casa è la visione d’insieme, la visione del campo totale. Invece, sul particolare e sui giocatori ormai hai una visione molto precisa”.

Qual è la prospettiva?

“Credo moltissimo nel 4k che offre una brillantezza di colore e una nitidezza d’immagine rendendo il televisore una vera e propria finestra sul mondo precisissima. Questo standard porterà un’altra rivoluzione importante. E poi si sta già provando l’8k”.

Il tuo sogno?

“Il mio sogno è vedere una forte utilizzazione dei droni, superando le regole che adesso ne limitano l’impiego. E vederli con telecamere 4K e 8K per dare una visione quasi soggettiva della realtà”.

BERGOMILA PAROLA A BEPPE BERGOMI

E’ più difficile raccontarlo o giocarlo il calcio?

“È più bello giocarlo, sicuramente. Soprattutto per chi, fin da bambino, ha avuto questo tipo di passione. Raccontarlo non è semplice. Parlo per quanto mi compete, relativamente al mio ruolo: ci vogliono i tempi televisivi giusti e ci vogliono le competenze”.

La difficoltà maggiore?

“Non devi entrare troppo nel tecnico, altrimenti la gente non capisce e si annoia; non devi essere banale nel dire le stesse cose che dice la prima voce; devi far capire in poco tempo quello che sta succedendo perché il calcio è veloce e ci sono poche pause”.

Quanto aiutano i nuovi strumenti tecnologici?

“Aiutano parecchio. Ma aiutano soprattutto gli spettatori. Faccio un esempio Il replay: durante le telecronache dobbiamo essere velocissimi e tante volte parliamo sulla base della percezione del momento senza stare molto a guardare il replay. A casa, invece, gli spettatori hanno schermi HD e molta calma per analizzare”.

Qual è il tuo personale rapporto con l’HD?

“Io sono a casa, ho l’HD ed è bellissimo perché vedo tutto alla perfezione. Tante volte, invece, mi trovo a casa di altri che non hanno l’HD. Ed è allora che scatta lo stupore. Faccio un passo indietro e dico: ‘ma una volta lo guardavo così il calcio!’. In queste occasioni capisci nel profondo qual è la differenza”.

Con l’HD come sarebbe stata la finale di Spagna ‘82?

“Penso all’urlo di Tardelli o ad altre situazioni: vederle in HD sarebbe stato sicuramente molto meglio. Rivedendola penso anche a quelli che dicono che una volta eravamo lenti in campo. Non era affatto così. Rispetto al calcio di oggi è vero che c’era qualche pausa. Ma è stata molto intensa, fallosa e a tratti anche nervosa. C’era dell’agonismo e c’era anche un buon ritmo”.

Oggi lavori con l’Alta Definizione. C’è un elemento di riscatto…

“E’ vero. Ho finito di giocare nel ‘99 quando l’HD non c’era. E nel frattempo ho visto un bel po’ di evoluzione. Da commentatore avere tutte queste situazioni è un vantaggio clamoroso”.

Nel 2034 come vedremo le partite in Tv?

“Faccio fatica a pensarci perché tecnologia è talmente avanti che la realtà supera qualsiasi tipo di immaginazione. Però mi piacerebbe vedere un calcio in TV dove si punta soprattutto sulla partita importante, sull’evento, dando il massimo”.

SKY SPORT PLUS HD

BERTOLOTTIMassimo Bertolotti, Head of Innovation and Engineering Sky Italia

“Abbiamo aumentato il bitrate di trasmissione al fine di incrementare la resa qualitativa delle immagini HD. Il risultato è Sky Sport Plus HD varato sul canale 204 lo scorso mese di agosto e dedicato al meglio del calcio europeo”.

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